Storia e origini
Il lavash è un tradizionale pane sottile che costituisce parte integrante della cucina armena. La parola “lavash” secondo il linguista Gorg Jahukyan ha probabilmente origine dall’indoeuropeo “lab/p” che significa “qualcosa di leggero”, mentre in medio-armeno la parola lawš significa “pane piatto e sottile”. Si presenta con una forma lunga e sottile; può essere lungo fino a un metro e non più spesso di un paio di millimetri e viene comunemente servito arrotolato intorno a formaggi, verdure o carne.
Il lavash, ha una consistenza unica, elastica ma non gommosa, che lo rende davvero imparagonabile a qualsiasi altra tipologia di pane presente altrove. Esso è un simbolo di appartenenza che lega e unisce tutti gli Armeni nel mondo.
Ancora oggi nella cultura armena c’è una fortissima ritualità legata al grano, in particolare al pane.
In Armenia il pane è il simbolo più comune e antico del nutrimento quotidiano, quello che scandisce e accompagna la vita dell’uomo.

La leggenda del re Aram
Nei tempi antichi, durante una battaglia, il re d’Armenia Aram fu catturato dal sovrano assiro Nabucodonosor. Il leader assiro non considerava questa una vittoria sufficiente sul re armeno, e così disse: “Ti priverò del cibo per 10 giorni. L’11° giorno gareggeremo nel tiro con l’arco. Una tua vittoria significherebbe che sei più forte di me e, in questo caso, ti lascerei andare libero”.
Per tutta la notte Aram pensò. Poi chiese che uno scudo gli fosse portato dall’esercito armeno al confine con il regno assiro. Nabucodonosor non si oppose a questa richiesta e mandò i suoi ambasciatori alla frontiera per trasmettere i desideri di Aram. All’inizio, i servi di Aram rimasero perplessi e stupiti dagli ordini del loro re e si chiedevano: perché ha bisogno di uno scudo? Poi capirono e cominciarono a preparare il pane Lavash e lo misero all’interno dello scudo. Consegnarono dunque lo scudo e gli Assiri non si accorsero dei sottili fogli di Lavash nascosti al suo interno.
Quando Aram ricevette lo scudo, lo esaminò e disse: “Non è abbastanza buono. Posso chiederne un altro?”. Questo stratagemma andò avanti per ognuno dei 10 giorni in cui Aram avrebbe dovuto digiunare, fino all’11°, il giorno della competizione. Gli assiri non si accorsero mai della furbizia con la quale Aram riuscì a nutrirsi di nascosto.
L’undicesimo giorno, Aram e Nabucodonosor andarono al poligono di tiro. Nabucodonosor era sicuro che Aram, rimasto senza cibo per tanti giorni, sarebbe stato troppo debole per gareggiare nel tiro con l’arco. Invece Aram vinse senza sforzo la competizione e Nabucodonosor fu costretto a rispettare la parola data e a lasciarlo tornare nella sua amata Armenia da uomo libero e vittorioso.
Fu il Lavash a salvare Aram, grazie alle sue proprietà nutritive e alla sua sottigliezza e leggerezza. Per questo quando Aram tornò a casa ordinò che da quel momento in poi è ciò che lo ha salvato, e quindi, tornato a casa, ordinò che in Armenia fosse cotto solo il Lavash, nonostante avessero un’ampia varietà di altri tipi di pane.